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CINZIA DAMASSA

ATTRICE

MILANO

Biografia


Attrice formatasi al laboratorio teatrale Le Belle Bandiere, condotto da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Dopo l’esperienza al Teatro dell’Arca di Forlì sotto la regia di Tadeusz Bradecki inizia a collaborare a Milano alla produzione del Teatro da Camera Mikroscena, condotto da Roberto Cajafa. Tra le performance degli ultimi dieci anni: il monologo Novecento di Alessandro Baricco e Mathilde di Veronique Olmi con la regia di Roberto Cajafa, entrambi selezionati rispettivamente nella prima e seconda edizione del Milano Off Festival; Shoah dal testo di Katherine Kressmann Taylor che partecipa all’edizione 2022 del Milano Off Festival; Il viaggio di Roberto - Un treno verso Auschwitz, regia di Alessio Pizzech, produzione  Ravenna Festival in collaborazione con il teatro Comunale di Modena e rappresentato anche al Maggio Fiorentino.

Tra gli ultimi ruoli ricoperti: Medea in Medea ed Ecuba ne Le Troiane di Euripide. Sempre per la regia di Roberto Cajafa, con cui collabora attivamente dal 2002 come allieva, attrice e assistente regista in diversi laboratori. impersona il dott. Astrov in Zio Vanja. Dal 2017 è attrice nella Realtà Teatrale Skenexodia, diretta da Luca Guerini.


SINOSSI - MATHILDE




Può una donna di quarant’anni, affermata e realizzata, perdersi in un’avventura con un ragazzo di vent’anni più giovane? È quello che cercheranno di capire Pierre e Mathilde in un serratissimo confronto tra anime ferite. È notte, lei improvvisamente arriva. Lui è colto di sorpresa: ha la barba sfatta, è trasandato, non aspettava il ritorno di sua moglie. La casa è piena di scatoloni, c'è aria di trasloco. Lei trema dal freddo, le sue battute sono gelide, taglienti. Lui cerca di essere accogliente, ma è sovrastato da un forte risentimento. È successo qualcosa di grave tra loro, ma non si capisce cosa. Si studiano, cercano entrambi di mettere a fuoco la propria situazione emotiva, quella in cui si trova l'altro. Le battute escono a singhiozzo, tra sentimenti contrapposti: a che punto è giunta la loro relazione ora, dopo quello che è successo?





SINOSSI - NOVECENTO




C’è qualcosa di diverso in questo racconto fiabesco scritto da Alessandro Baricco. Perché questa volta è una donna a interpretarlo, e le dinamiche cambiano parecchio. Lei si chiama Gin e suona la tromba sul transatlantico Virginian, nell’Atlantic Jazz Band, dove incontra Novecento. Sono colleghi, diventano “amici, per la pelle e per sempre”. Suonano insieme per i “ricconi in viaggio”, ma anche per le orde di immigrati che, nei primi anni del '900, s’imbarcano per cercar fortuna in America.

Dopo sette anni lei scende dalla nave, vende la tromba e cambia vita. Nato e cresciuto sul Virginian, senza mettere mai piede a terra, lui invece rimane a bordo, fin quando la nave ormai decrepita, sarà demolita e fatta esplodere in alto mare. Solo Gin sa perché l'amico Novecento non è mai potuto scendere (e non scenderà) dalla nave.



SINOSSI - CRONACA DI UNA SEPARAZIONE


Adattamento di Roberto Cajafa


La storia è quella di una donna al 25esimo anno di matrimonio, che lascia casa, marito e figli, proprio quando sono già in corso i preparativi di una grande festa per celebrare l’anniversario. “Per doveri verso me stessa” spiega così l’abbandono la donna. E li racconta, via via parlando del suo rapporto con il marito, di una storia d’amore che, iniziata con tutti i giusti presupposti, è sfumata via, con tradimenti, routine, sbagliati coinvolgimenti. Ogni tanto una voce fuori campo interloquisce, è quella del marito (Roberto Cajafa). Con frasi banali, dettate dalla volontà di trattenerla, ma fredde e poco convinte. Quel marito è anche l’inesistente figura seduta sua una poltrona a cui la moglie si rivolge ogni tanto per le accuse più forti, per rinfacciargli pezzi di vita inutile. Anche la gestualità di Damassa è studiata e convincente, tanto da riempire la scena. Mentre parla si cambia d’abito, rimane in vestaglia e sottoveste, prepara una grande, simbolica, valigia di legno, raccoglie i gioielli per buttarli via. Passa da momenti di lucida determinazione a piccoli istanti di commozione, quasi di rimpianto. La sfiora la rabbia, ma mai esaltata. Non c’è rassegnazione, ma s’intuisce, grazie alla sapiente recitazione, che c’è stata. (Luisa Espanet)

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