Biografia
Nasce nel 1965 a Milano, dove tuttora risiede. Laureato in Economia e commercio, per anni è manager e consulente. Studia recitazione, regia, drammaturgia e organizzazione teatrale. Attualmente è operatore culturale, autore teatrale, scrittore, sceneggiatore, performer e organizzatore di eventi.
Nel 2015 ha creato Fatti di Storia, format di teatro di narrazione basato sul racconto di eventi o di vite di personaggi storici. Nel 2020 dà vita a The Contest, una serie in cui alcuni protagonsti di storie vere si sfidano: è il pubblico a decidere chi vince. Nel 2019 ha fondato, e tuttora dirige, il FringeMI Festival, rassegna di arti performative che fa parte del World Fringe Network. È tra i fondatori del cineclub milanese Il Cinemino. Ha scritto due libri sui Beatles, argomento di cui è profondo conoscitore.
È tutt'ora consulente aziendale e formatore comportamentale.
SINOSSI - GAME OF SFORZA
Nell’immaginario popolare gli Sforza non sono famosi quanto i Borgia o i Medici. Eppure fasti e miserie dei componenti della famiglia che, per 50 anni, fu padrona assoluta di Milano, meritano ampiamente i riflettori. In un racconto divertente ma rigoroso, viene narrata la loro storia, avvincente e imprevedibile come una puntata di Game of Thrones. Famiglia di origini romagnole, gli Sforza arrivano a possedere quasi tutte le Marche, per poi dirigersi verso Milano dove prendono il potere nel 1450. E lo perdono per sempre solo cinquant’anni dopo. Da Francesco Sforza (che dà prestigio al ducato inaugurando un periodo di relativa pace che rende possibile il Rinascimento), all’irrequieto Galeazzo Maria (che muore di morte violenta), a Ludovico il Moro, politico abilissimo che rende Milano una grande capitale (grazie anche alla giovanissima moglie Beatrice d’Este, una sorta di fashion blogger ante litteram), che però manca della lungimiranza necessaria per unire gli italiani in un solo paese.
Sete di potere, lussuria, arroganza, intrighi, tradimenti, ma anche amicizia e (perché no?) una bellissima e impensabile storia d’amore. A corte c’è anche Leonardo da Vinci, che giunge a Milano chiamato dal Moro, e qui resta per quasi vent’anni, dipingendo alcuni capolavori come La Vergine delle Rocce, La dama con l’ermellino e L’Ultima Cena, disegnando la maggior parte delle sue invenzioni, raccolte poi nel Codice Atlantico conservato alla Biblioteca Ambrosiana.
SINOSSI - PROCESSO A SGT. PEPPER'S
Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, l'ottavo album dei Beatles, uscito il 1° giugno 1967, è considerato il capolavoro del quartetto di Liverpool. Ma siamo sicuri che sia veramente così? Non può essere che, in tutti questi anni, ci siamo fatti abbagliare da una retorica impossibile da ribaltare? E se durante la preparazione di Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band i Beatles avessero commesso il più grande errore della loro carriera? E poi, siamo sicuri che la seconda facciata di questo disco sia da considerarsi degna di essere definita un "capolavoro dei Beatles”? E se una canzone di questo album fosse stata interpretata meglio da qualcun altro? In Processo a Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band l'album sale sul banco degli imputati: tra ironia, scherzo e provocazioni, si mette in discussione un dogma. Quale sarà la sentenza?