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ENRICO BALLARDINI

ATTORE - CANTANTE

MILANO

Biografia


Attore, regista, autore e musicista. Al cinema è stato diretto da Michele Placido, Paolo Virzì, Tom Tykwer, Carlo Sigon. A teatro ha collaborato con Emma Dante, César Brie, Simon Mc Burney, Mary Zimmerman, Claudio Orlandini, Civilleri Lo Sicco, Stefano De Luca, Omar Nedjari, Emilio Russo. Fondatore della compagnia teatrale Odemà, vincitrice del Premio Scenario 2009, il Premio dello Spettatore 2010 e il Play Festival 2014 indetto da Atir e Piccolo Teatro di Milano. Nel 2022 riceve il Premio nazionale Franco Enriquez come migliore interprete nella categoria Teatro Canzone.

SINOSSI - SHAKESPEARE A PEZZI




Che cosa succede se un regista si diverte a selezionare pagine di capolavori come Macbeth, Romeo e Giulietta e Amleto? "La risposta sta in Shakespeare a pezzi di Omar Nedjari, uno spettacolo che dimostra quanto i testi del Bardo riescano ancora oggi a parlare in tutta la loro forza, anche se mozzati e ribaltati come un guanto". (Livia Grossi, Corriere della Sera). In scena solo un baule dal quale escono i personaggi del drammaturgo inglese, evocati dal racconto scanzonato dell’attore. Uno spettacolo divertente e irriverente, per scoprire i lati più nascosti della storia e delle grandi opere letterarie di Shakespeare: con brani tratti da Amleto, Enrico V, Riccardo III, Othello, Sogno di una notte di mezza estate, la Tempesta.





SINOSSI - INCONTRANDO IL SIGNOR G




"Nel teatro più riuscito, come questo, avviene un particolare miracolo, per cui è come se ci fosse una sorta di ipoteca tattile, ovvero la possibilità che, prima o poi, l’interprete tocchi, letteralmente, lo spettatore (e anche questo accade). È unica e irripetibile la magia di questo spettacolo, in grado di far sentire la carne, i corpi, prima ancora che possano, in qualche modo, sfiorarci. E, ancor più, è un miracolo il farsi cosa salda della parola, recitata e cantata, essa stessa interprete del corpo. Cosa viva e vitale, pronta a esplodere, come una supernova, in faccia a ogni spettatore. L’operazione è più che riuscita, visto che riesce davvero a toccare gli atri e i ventricoli del teatro-canzone di Gaber. Non si limitano a imitarlo, a farne una copia fotostatica, un cliché stanco e ripetitivo. Piuttosto, lo elettrificano con la loro interpretazione, lo innervano" (Il Teatrante, recensione di Danilo Caravà).


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