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LAURA GIORDANI

ATTRICE - CANTANTE - REGISTA - AUTRICE

CATANIA

Biografia


Attrice, cantante e regista, nasce a Catania nel 1974. Dal 1993 frequenta la Scuola di Avviamento al Teatro Umberto Spadaro (Teatro Stabile di Catania) e si diploma nel 1996. Nel 2022 partecipa alla Festa del Cinema di Roma con l'ultimo film di Roberto Andò, La stranezza, con Toni Servillo, Ficcarra e Picone. È vincitore de Il Biglietto d'Oro e di vari Nastri d'Argento. Sempre nel 2022, gira una puntata nella serie televisiva americana The White Lotus, regia di Mike White, col protagonista premio Oscar F. Murray Abrahm.

Nel 2019 gira da protagonista il film Le sorelle Macaluso, di Emma Dante ed Elena Stancanelli, per la regia di Emma Dante. Nel 2020 il film è stato in concorso al Festival d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 77. Il film ha vinto due Premi Pasinetti (all'intero Cast al femminile e al Miglior film), è stato in concorso con cinque candidature al David di Donatello e ha vinto cinque Nastri d'Argento e due Golden Globe nel 2021.

Ha partecipato allo spettacolo Prometeo, baccanti, rane, diretto da Luca Ronconi al teatro greco di Siracusa nel 2002. Nel 2011 è nel coro dell'Andromaca, con la regia di Luca De Fusco e nella commedia Donne al parlamento, con la regia di Vincenzo Pirrotta.

Fa parte dell'episodio televisivo Giro di boa, per la serie televisiva Il commissario Montalbano, scritto da Andrea Camilleri, con Luca Zingaretti, per la regia di Alberto Sironi.

Ha al suo attivo recital cantati, musical e concerti. Ha scritto spettacoli su cantanti famosi, tra cui quello su Rosa Balistreri, Rosa, la cantatrice del sud.

Ha scritto, prodotto, diretto e interpretato Sei personaggi in cerca di ...; Sud e Donne, plurale universale.

SINOSSI - DONNE PLURALE UNIVERSALE




Cinque donne in scena, cinque aspetti della stessa multiforme realtà. Un legame eterno accomuna queste donne, quello tra madre e figlia. Essere madri. Essere figlie. E poi di nuovo madri. Dalla nascita alla morte, o alle morti, anche freddamente ad altri procurate, risvegliando la Medea che sonnecchia in ogni donna.

C’è Egolatra, che antepone a tutto, anche alla prole, il suo immenso ego. E c’è la saponificatrice, una donna che, maledetta dalla madre, diventa simbolo di Thanatos, esatto opposto dell'amore che la mentalità borghese associa indissolubilmente alla donna (meglio se remissiva e compiacente). C’è la tragica Clitennestra, antesignana della rivolta femminile, per una storia senza tempo e luogo, per una vera liberazione, pur sanguinaria. Ma c’è anche Muratrice, in perenne lotta col maschile, per veder riconosciuta prima o poi la sua professione al femminile. E infine (o all’inizio) da sempre, c’è Nascita, perché in fondo è da lei, femmina per antonomasia, che nascono i primi impulsi del rapporto complesso, atavico, madre/figlia. Uno spettacolo che è un viaggio, un affannoso percorso di ricerca sull’identità, che non può che coincidere con la consapevolezza del proprio destino: l’impossibilità di liberarsi dalla condizione di figlia o di madre (o di figlia e madre) e dal suo indecifrabile senso di colpa.





SINOSSI - L'INCANTO DI ROSA



 “ Rosa cantava la realtà, la fame e la violenza, i dolori, i tormenti, gli abusi. E cantava la sua terra, la Sicilia, descrivendola esterofila, razzista, una "madre" che va contro i suoi stessi figli: " Terra ca nun senti, terra ca nun teni cù voli partìri, e nenti cci duni ppi falli turnari". Però Rosa cantava anche l'amore, la dignità, la volontà, la speranza e la forza. La modernità delle sue parole è spiazzante. Memoria. Ecco cosa bisogna preservare, da cosa si deve imparare e da dove si deve ripartire. 

”Lo spettacolo vuol riportare alla memoria del popolo siciliano quelle note, quelle parole, le nenie, le ninnenanne, i canti d'amore, i canti di protesta sociale, la nostra tradizione, i nostri costumi, i proverbi, le manie, i colori e i sapori e tanto altro di questa nostra terra di Sicilia.

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