Biografia
Debutta come attrice nel 1987 con le compagnie Teatro studio 75 e Quellidigrock.
Nel 1993 si diploma alla scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Tra i diversi corsi di formazione professionale, frequenta alcuni stage di recitazione cinematografica condotti da Giovanni Veronesi e Sergio Rubini. Dal 1994 fino a oggi insegna recitazione seguendo progetti di teatro sociale nelle aree urbane di periferia per il Comune di Milano, per il centro psicosociale Shalom dell'Ospedale di Gorgonzola e percorsi didattici di recitazione per istituti scolastici e scuole teatrali.
Come autrice Monica Bonimi scrive nel 1994 il testo Il colloquio di lavoro selezionato per la rassegna Un palcoscenico per le donne organizzato da Franca Rame e Dario Fo. È attrice comica di cabaret dal 1994 al 1998, in collaborazione con lo Zelig di Milano, Antonio Albanese, Dario Fo e Franca Rame. Nel 2000 viene segnalata al premio Outis nuove drammaturgie per il testo Lamore. Nel 2021 pubblica il testo teatrale Il continente di vetro (Edizione Hortus Libri).
Tra i monologhi che ancora oggi interpreta troviamo La via di una scimmia di Franz Kafka (adattamento e regia Gaetano Sansone); T’amerò per l’eternità e un giorno (di e con Monica Bonomi) e Il Mulo che riconobbe una SS (di e con Monica Bonomi). Dal 2014 collabora come attrice nelle produzioni del Teatro Out Off di Milano, curate dalla regia di Lorenzo Loris.
SINOSSI - LA VIA DI UNA SCIMMIA
"Non mi piacevano gli uomini, li imitavo solo per trovare una via di scampo". Di fronte ai membri di un’accademia, una scimmia - o più precisamente una ex scimmia - espone le tappe attraverso cui è arrivata a inserirsi con successo nella società degli uomini. Buffo e malinconico allo stesso tempo, questo ritratto amaro, ironico e feroce sugli umani non risulta essere mai stato interpretato da una donna. Ora una voce femminile propone, in termini forse ancora più efficaci, il maltrattamento dell’anima, la manipolazione e il violento paradosso morale a cui la scimmia si deve piegare per prendere parte alla società degli uomini. Tratto da Relazione all’Accademia di Franz Kafka.