BIOGRAFIA
Nasce nel 1961, il suo primo insegnante è stato nell'84 Gaetano Sansone della scuola del cinema di Milano, in seguito un anno di laboratorio con Mauro Maggioni per proseguito con gli insegnanti della scuola Quelli di Grock. Dal 2000 al 2002 è stata allieva di Claudio Orlandini presso il Comteatro iniziando poi con Comteatro una lunga collaborazione.
La formazione è stata arricchita da seminari con Danio Manfredini, Leo Muscato, Dominique De Fazio, Eugenio Allegri, Cesar Brie, Carlos Maria Alsina, Arianna Scommegna.
Dal 2010 al 2016 è stata membro dello staff nel Seminario residenziale di Comteatro a Casinina.
La passione per il teatro è andata di pari passo con la passione per la formazione e l'insegnamento dal 2003 tiene corsi teatrali per adulti e adolescenti presso varie strutture. È stata insegnante di Comteatro e di Quelli di Grock.
Ha curato varie regie: 2016 Le Serve di J. Genet per Compagnia Spazio Qua. Le ultime in ordine di tempo della compagnia Rosewater: Pressati in replica dal 2016 e Miseria e Nobiltà in replica dal 2022
Dal 2010 è la voce narrante del concerto dal vivo Blues Notes con cinque musicisti e due cantanti che racconta la nascita e l’evoluzione del Blues dai campi di cotone ai giorni nostri che sarà in replica nel 2024 nell’Estate Sforzesca Milanese
Dal 2020 è attrice nel monologo Vecchia Sporca e Cattiva con la regia di Claudio Intropido. In Stagione per MTM Teatro 23/24.
SINOSSI - VECCHIA, SPORCA E CATTIVA
"Questi vecchi occhi racconterebbero tanta vita se solo trovassero cuori disposti ad ascoltare".
Quando passato e presente si confondono, il tempo è solo una variabile fisica che poco ha a che fare con la felicità. Di anni ne sono passati tanti e ora alla fine del viaggio, in questa casa di riposo, i ricordi del primo amore di Maria si mescolano con quelli della maternità, della guerra, dei soprusi fascisti, delle canzoni del tempo che fu. E si confondono con la speranza della visita di una figlia molto amata e, forse, un po' assente. Ogni ricordo di questa anziana chiusa "per il suo bene" in casa di riposo, acquista forza come se fosse vita reale. Talmente reale da perdere il senso del limite, sconfinando in allucinazioni del passato. Per poi schiantarsi nella durezza del presente.
Maria è a volte buffa, a volte ironica, spesso arrabbiata, ma sempre tenera nella sua fragilità. Spudorata e dissacrante come lo è la vecchiaia, non fa sconti a nessuno, nemmeno a se stessa. Maria racconta il suo presente com’è: squallido. Il regista Claudio Intropido ha l'intuizione di far comparire in scena anche la figlia. “Per me attrice sulla scena, il lavoro è stato sentire quanto i due personaggi abbiano a che fare con la mia vita, con la figlia che sono, con la vecchia che sarò. E in questo viaggio in profondità ho ritrovato i ricordi delle donne anziane della mia infanzia, nella mia terra di origine, con le loro voci e i loro accenti. Nessuna di loro parlava perfettamente l’italiano. E io non ho potuto tradirle“. La "lingua" di Maria è il veneto, mentre la sua storia appartiene a tutti noi.