Biografia
Nasce a Ponte Dell’Olio (Piacenza) nel 1989. si è laureato in Scienze dell’Educazione all’università Bicocca e diplomato nel corso triennale di Musicoterapia al C.M.T. di Milano. È attore, musicista e polistrumentista. Ha studiato recitazione al Com Teatro di Corsico. È autore di spettacoli di teatro canzone di cui è anche attore e musicista. Collabora con diversi teatri di Milano (tra cui ATIR, Com Teatro di Corsico, Spazio DiLà) e con Enrico Ballardini.
SINOSSI - DE ANDRÉ DA BALLARE
Non il solito omaggii al grande Fabrizio De André, da ascoltare seduti e cantare mentre "il tempo vola va e noi ne ce ne accorgiamo". No, De André da ballare è un tributo di canzoni scelte tra quelle più movimentate e ritmate. Ri-arrangiate dalla band I Carrettieri (fisarmonica, chitarra, cajon e due voci) che rileggono il cantautore genovese scegliendo canzoni note. E altre meno. Da saltellare o da ballare abbracciati. Non per amore, né per denaro, né al cielo, ma per la stessa ragione del canto, ballare!
SINOSSI - DAMATRÀ
La storia di un ragazzo come tanti venuto a Milano dal Sud, chiamato El Napuli: non possiede nulla se non una gran voglia di riscatto. Impomatato e rimesso a nuovo, non riuscirà mai a perdere la sua natura di ragazzo semplice e ingenuo. Sfortunato? Chissà. Sicuramente convincente nell'esibizione sincera e vicinissimo ciascuno di noi.
SINOSSI - INCONTRANDO IL SIGNOR G.
"Nel teatro più riuscito, come questo, avviene un particolare miracolo, per cui è come se ci fosse una sorta di ipoteca tattile, ovvero la possibilità che, prima o poi, l’interprete tocchi, letteralmente, lo spettatore (e anche questo accade). È unica e irripetibile la magia di questo spettacolo, in grado di far sentire la carne, i corpi, prima ancora che possano, in qualche modo, sfiorarci. E, ancor più, è un miracolo il farsi cosa salda della parola, recitata e cantata, essa stessa interprete del corpo. Cosa viva e vitale, pronta a esplodere, come una supernova, in faccia a ogni spettatore. L’operazione è più che riuscita, visto che riesce davvero a toccare gli atri e i ventricoli del teatro-canzone di Gaber. Non si limitano a imitarlo, a farne una copia fotostatica, un cliché stanco e ripetitivo. Piuttosto, lo elettrificano con la loro interpretazione, lo innervano" (Il Teatrante, recensione di Danilo Caravà).