Biografia
A 16 anni ha fondato una compagnia di Cabaret (I Lunatici), è stato attorgiovane con gli Attori Associati di Udine. Ha frequentato stage con Vera Olivero, Claudio Orlandini, Enrico d’Alessandro, Mamadou Dioume, Eugenio Barba, Luigi Squarzina, Gabriele Vacis e Laura Pasetti, e, per il doppiaggio, con Cip Barcellini. Ha lavorato con il Teatro Gerolamo e con Il Franco Parenti. Ha avuto parti di rilievo in opere di Luigi Pirandello, Pier Maria Rosso di San Secondo, Diego Fabbri, Ugo Betti, Franco Brusati, André Roussin, George Bernard Shaw, Edmond Rostand, Eugène Ionesco, William Shakespeare, Samuel Beckett. Ha al suo attivo molte partecipazioni in qualità di voce recitante in concerti.
È stato aiuto regista nella messa in scena dell’opera di Haendel Amadigi di Gaula, al Piccolo Teatro Melato. La sua voce è sottofondo di decine di video-presentazioni di libri. È co-protagonista del corto L’Ira funesta e di Lettera di un razzista bianco. Come autore ha vinto due premi Carlo D’Angelo al Concorso Nazionale Vallecorsi con Passo a due e con Quello che volevo da me. Entrambe le commedie hanno avuto una mise en espace al Teatro Filodrammaticidi Milano, dirette da Claudio Orlandini, regista che - dell'autore - ha anche messo in scena Testamenti e Sotto frammenti di ghiaccio. Ha scritto un libretto per un’opera buffa su musica di Roberto Cittadini. Ha rielaborato per il teatro il romanzo di Paolo Roversi Taccuino di una sbronza. Ha ideato (nel 1996) la collana Audiobook edita da Rugginenti Editore e ha inciso in 10 compact disc i testi delle arie da camera di Verdi, Bellini, Donizetti, Rossini, Tosti e Arie Antiche Italiane. Attualmente dirige la sua compagnia Reading Gaol, con la quale, da regista, ha messo in scena i testi: La guerra di Alvise; Ballata Lirica; Fuori dal fango e Prodigus. I suoi ultimi lavori sono: Non ti preoccupare, Le finestre del tempo, Il controllo del mare.
È redattore della rivista Musica361.
SINOSSI - AMICHE
Irlanda, anni Ottanta. Sullo sfondo i tumulti legati alla guerra civile tra cattolici e protestanti. In un ufficio legale di Dublino la capoufficio Helen vuole meglio conoscere la nuova segretaria Edith perché si sente attratta da lei in maniera particolare. Certo le avvicina la passione per i libri di Scott Fitzgerald, in particolare Il Grande Gatsby…ma non è solo quello. Helen ammette con sé stessa che la vera affinità elettiva, profonda, l’ha sempre trovata tra persone del suo stesso sesso. È legata a un uomo, ma il rapporto lo subisce stancamente. Quella donna, così da lei diversa, così sensibile, infelicemente stretta nella morsa asfissiante, religiosa, della famiglia, rappresenta una sfida. Vuole cambiarla, liberarla, renderla probabilmente il tipo di donna che lei non è riuscita a diventare. Amiche, quindi, ma molto più che amiche. Ma Edith, che all’inizio pur timidamente cerca di seguire la volitiva Helen, si sente poi trascinata verso un percorso di vita che non si sente in grado di percorrere.... E...
I temi toccati dalla pièce sono il rapporto tra i sessi, con la società, la religione, la maternità, la libertà.
SINOSSI - TIP TAP STORY
Tip Tap Story, per la regia di Sergio Scorzillo, è un irresistibile tuffo nel musical in perfetto stile Hollywood: Fred Astaire, Ginger Rogers, lustrini, paillettes, scarpe con le "clacchette" in metallo e - naturalmente - l'ottimismo degli anni Cinquanta. Con Luca Mattioli, in arte Lukelly, che danza, sorride, diverte e conquista.
SINOSSI - PRODIGUS
“Lo vedi che hai bisogno di correggere i ricordi, Matteo?" Un'originale rivisitazione della parabola biblica de Il figliol prodigo mette due fratelli a confronto: quello che resta a casa ad aiutare il padre nell'azienda vinicola e quello che chiede in anticipo la sua parte di eredità per farsi (fuori casa e fuori dall’azienda paterna) la propria vita. In un'ambientazione contemporanea, a distanza, i due vivono il rapporto conflittuale, dialogando solo per telefono, ricordando cosa li ha allontanati, analizzando le reciproche incomprensioni e correggendo i ricordi che li accomunano. In Prodigus passato e presente si confondono, il vissuto di quando erano piccoli è messo a confronto col futuro - incerto - di entrambi, sotto lo sguardo vigile del padre che aleggia sulla loro storia come un dio che osserva e non interviene. Alla fine, la parabola della vita li porterà a riunirsi, con una consapevolezza di sé più intensa.
SINOSSI - DIARIO DI VIAGGIO DI UN BISESSUALE CONTENTO
Un’ora e mezzo di erotismo verbale (solo chiacchiere s’intende), narrato, cantato e anche un po’ ballato sul fil rouge di celebri scritti del Marchese De Sade, di Garcia Lorca, Paul Verlaine, David H. R. Lawrence e Gabriele D’Annunzio. Autori che la sapevano lunga a tal proposito. Diario di viaggio di un bisessuale contento è una traduzione libera (?) e creativa da un monologo di Marcel Delabiche, Carnet de voyage d’un bixessuel ravi. Verosimilmente si tratta di un autore della Belle Epoque, piuttosto libertino e gaudente, che ama raccontarsi senza mezzi termini e ipocrisie. L’outing sensuale e scanzonato non è privo di una certa ironica eleganza ed è adatto, naturalmente, a un pubblico adulto. Però, però: tutto questo andirivieni su e giù per frasi celebri della cultura (non solo erotica), questo inframezzare con testi di canzoni pop e arie d’operetta che inventano un secondo filo conduttore della pièce, non ricordano forse l’eclettica personalità e lo stile del nostro autore-attore-regista? “E va bene - confessa Scorzillo - il monologo è scritto di mio pugno, Marcel Delabiche è un nom de plùme. Disinvolto e a suo agio sul palco, inventore di situazioni e stati d’animo curiosi, lo spettacolo sa rendere bene l’idea godereccia del pluri-differenziato erotismo di François, il suo divertente e assatanato protagonista, felice che le sue sfaccettate pulsioni sessuali gli abbiano offerto numerose possibilità dall’adolescenza in poi.
Storie inframezzate da canzoni popolari, a cominciare da una celebre aria de La Vedova Allegra, per continuare con la canzonetta del Trio Lescano Ma le gambe, Perché no di Battisti e la scanzonata Tanti auguri, dal repertorio della Carrà. Musiche dal vivo interpretate al pianoforte dal bravissimo Dario Dongo, abile anche come spalla nei momenti salienti.
“Quel qualcosa che a detta di chi sa mi contraddistingue dagli altri, è semplicemente che non mi formalizzo a dire le cose come stanno, anche perché dal mio punto di vista stanno assai bene. Stanno benissimo.” Questo è l’incipit del percorso: apertura a racconti dal linguaggio crudo, coraggioso e diretto. Diciamo “moderno”. "Ben lontana da falsi moralismi e bigottismi, la pièce è dedicata a Spalding Gray, attore e commediografo americano, autore di monologhi, tra i quali il citato Sex and Death to the Age 14, caratterizzati da humour, paranoia e consapevolezza. Ingredienti base anche dei lavori del nostro". (Marisa Gorza, docente, giornalista)